La storia
Nel narrare la vita del Santo, l’autore del testo scisse che in molte chiese di varie Città si erano edificate Cappelle dedicate a San Gennaro. Ma, per non dilungarsi ne elencò soltanto quattro, probabilmente le più importanti. Si trattava della Cappella di Roma, edificata nella Chiesa dello Spirito Santo, di quella di Torre del Greco visibile nella Chiesa parrocchiale, di quella di Padula posta nella Certosa di San Lorenzo ed infine di quella di San Martino a Napoli.
Nella Cappella edificata a Padula, che risultava essere molto bella e sontuosa, si conservava un <<pezzetto di reliquia di San Gennaro>>, che i certosini ebbero in dote intorno al 1708 grazie all’interessamento del <<Padre Maestro Moscato, Domenicano e Vicario Generale della Congregazione della Sanità>>. Il Padre all’epoca aveva ottime relazioni con l’Arcivescovo di Benevento Pietro Francesco Orsini (futuro Papa benedetto XIII) e lo convinse a donare al Monastero la reliquia. Quest’ultima fu riposta in una <<famosa statua d’argento di mezzo busto>>, che costò circa 4000 ducati, per poi essere portata in processione per le strade di Padula <<con il conforto del Clero e del Popolo>>. Tutti pregarono ed <<implorarono l’intercessione del Santo>> per farsi liberare dalle avversità che stavano vivendo in quel periodo e, da quanto e’ riportato nel testo, sembra che le preghiere ebbero effetto, tanto da far <<accrescere la devozione del Santo>> e per questo ogni anno, nel giorno della festività, si esponevano le sue reliquie.
© Miguel Enrique Sormani – 2018