La storia di Filomena Nonchy e del suo “confino” a Padula fin dal 1942

La donna ritratta in queste due foto si chiamava Filomena Nonchy,, nata ad Aosta il 3 maggio 1907 da Basilio e Giovanna Torione. Filomena era una ragazza alta, snella, con gli occhi castani ed i capelli lisci e corti, che all’età di 35 anni aveva perso il padre e risultava essere una casalinga domiciliata in casa con la madre. Queste foto risalgono proprio a quel periodo e, come si può notare osservandole, non furono certo scattate per immortalare un momento di felicità e spensieratezza della vita della donna. Sono chiaramente foto segnaletiche, che furono scattate il 24 giugno 1942 in una delle stazioni di polizia di Aosta poche ore dopo il suo arresto e lo stesso giorno le fu “assegnato il luogo per il suo confino di polizia”. Il motivo dell’arresto di Filomena è imputabile ad una reazione verbale che la donna ebbe, circa due mesi prima nel quartiere in cui abitava, verso alcuni “commissari incaricati della raccolta della lana per i soldati”. Filomena quel giorno (il 21 aprile 1942) non ebbe più la pazienza di sopportare l’ennesimo atto di rastrellamento e ad un certo punto disse loro <>. Una reazione più che giustificata da parte di una giovane ed esile ragazza, che viveva le conseguenze tragiche della guerra, ma le sue parole risultarono “arroganti e provocatorie” alle orecchie dei Commissari, diffidenti e sempre pronti a captare e carpire ogni minino malcontento contro il regime fascista. Una semplice richiesta di pane e, forse, alcuni contatti con i partigiani, portarono all’arresto di Filomena, che per i successivi tre anni fu confinata a Padula. Le informazioni su questa ragazza coraggiosa e determinata le ho ricavate dalla sua “cartella biografica”, che ho rintracciato tra le carte catalogate e conservate nei faldoni dell’archivio storico del Comune di Padula. Si tratta di un documento inerente il “Servizio di Polizia Giudiziaria preventiva e repressiva”, predisposto per raccogliere tutti i dati che servivano ad accertare l’identità della persona schedata e la sua posizione giuridica, in particolare quella “criminale” utile a definire la sua “pericolosità sociale”.

Miguel Enrique Sormani (riproduzione riservata)

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Fonti riprese dai documenti conservati nell’archivio storico del Comune di Padula.