Una visita alla chiesa di Sant’Agostino.

Mi sono state mostrate e parallelamente raccontate tante cose interessanti, aprendomi la strada come una torcia che illumina i meandri più bui della Chiesa.
Arrivati in cima alla ripida scalinata che porta al coro della chiesa di Sant’Agostino, dove un tempo si udivano canti accompagnati da un maestoso organo, la prima cosa che appare sulla parete bianca frontale sono i disegni di due alberi. Più ci si avvicina alla parete e più si caratterizzano i dettagli del disegno, come i rami, le foglie e i fiori realizzati dall’autore, Antonio Rotunno , “l’organista” della Chiesa.
Il primo “autografo” di Antonio Rotunno e, con grande probabilità, anche il disegno di uno dei due alberi risale al 2 giugno 1895 (linea azzurra). L’anno dopo, esattamente il 17 maggio, pose la sua firma sotto alcuni versi (purtroppo non facili da decifrare – linea rossa) ed una settimana più tardi (domenica 24 maggio 1896) oltre alla firma aggiunse anche l’informazione che quel giorno aveva suonato l’organo durante la funzione per la ricorrenza della domenica di Pentecoste (linea verde). Lo stesso fece l’8 giugno per la ricorrenza della “processione del Corpo di Cristo” ed il 10 agosto 1896 (linea viola), come se quel muro fosse la sua lavagna personale, una sorta di diario dove annotare le varie date in cui aveva preso parte al coro ed anche quando aveva suonato l’organo.
L’ultimo autografo di Antonio Rotunno sulla parete risale al 2 settembre 1899, precisamente “il 4° giorno della novena della Santissima Pietà” (linea gialla), quando per l’ultima volta aveva suonato i tasti in avorio di quell’immenso marchingegno musicale, pieno di meccanismi strani e complessi.

Alcuni versi incisi da Francesco Marino, “scrittore, testimone e celebrino”.
L’incisione fatta da Filomeno Padula del suo nome nel 1853, quando, all’età di 16/17 anni, cantava nel coro della chiesa di Sant’Agostino.

 

Ringrazio di cuore tutti i componenti dell’Associazione Amici del Presepio di Padula, per l’ospitalità e la disponibilità mostratami durante la visita ai laboratori allestiti all’interno della chiesa di Sant’Agostino, dove si realizzano le opere d’arte che ogni anno vengono esposte nel museo, spesso dedicate, oltre che alla natività anche alla storia di Padula.

© Miguel Enrique Sormani (riproduzione riservata)

Le immagini