Il muro che si trovava sullo strapiombo roccioso del Torno un tempo era parte della cinta muraria difensiva del Comune di Padula. Nei secoli molte sezioni furono inglobate dai grandi palazzi e dalle case che si addossavano ad esse, in particolare sul versante esposto verso la vallata, mentre dall’altro lato, che cade a strapiombo sul “torrente fabbricato”, molti tratti rimasti incustoditi spesso ebbero bisogno di manutenzione. Una testimonianza arriva da un documento del 1765, in cui si parla dei lavori e delle spese da affrontare proprio per la riparazione e messa in sicurezza del muro che si trovava sulla “rupe del Torno”, che in parte fu inglobato nella proprietà di una delle tante famiglie nobili presenti in paese.

Nel documento si legge che “dalla rupe che si trovava alla strada del Torno spesso cadevano molte pietre” e la cosa, ovviamente, determinava un “grave incomodo” per le strutture e le persone che passavano da quelle parti. Bisognava porvi un rimedio e, per evitare incidenti, il Capo-eletto Lorenzo Maria Arnone propose di riparare il muro a spese “dell’Università” (nome con cui venivano chiamati i Comuni). Ma, a quanto sembra, i cittadini presenti alla seduta del Parlamento pubblico del 13 giugno 1765 risposero che non c’erano abbastanza fondi a disposizione nelle casse cittadine, rigettando così la proposta del Capo-eletto. A quel punto fu il “Magnifico Dottore Don Domenico La Sala” a proporsi come finanziatore dei lavori, con il patto, però, che gli si concedesse un pezzo di terra proprio “sotto il detto muro” che doveva far riparare. La proposta fu accettata e ritenuta vantaggiosa da tutti i presenti.

© Miguel Enrique Sormani (riproduzione riservata)