L’emigrazione verso l’Argentina
Nella foto è ritratto Padullà Francesco Antonio Vincenzo, nato a Padula il 6 ottobre 1902 da Giuseppe Padullà e Padrone Adelia. Francesco Antonio era un calzolaio, che all’età di 26 anni non era sposato e risultava una persona <<con una buona condotta politica e morale>>. Richiese il nulla osta per il passaporto nel luglio del 1928, dichiarando di voler emigrare a Buenos Aires “per scopo di lavoro viste le disposizioni contenute nel certificato vistato da quel Console il 27-11-1927″.
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L’emigrazione verso Cuba
Nella foto è ritratto Trezza Giuseppe, nato a Padula l’8 aprile 1895 da Michele Trezza e Michelina Spinelli.
Giuseppe Trezza richiese il passaporto per emigrare a Cuba nel 1928. Di professione faceva l’ingegnere e, oltre che per motivi professionali, partì per raggiungere suo padre Michele, che si trovava nella città dell’Havana. Si imbarcò a Genova, per poi proseguire nell’itinerario dal porto di Saint Nazaire, in Francia, fino a Cuba.
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Nella foto è ritratto Gallo Antonio, nato a Padula il 7 maggio 1908 da Vincenzo Gallo e Filomena Luisa De Lisa.
Antonio Gallo faceva l’orologiaio e richiese il passaporto per emigrare a Cuba nell’ottobre del 1928. All’Havana c’era già stato tempo prima, ma era dovuto rientrare in Italia per rispondere alla chiamata di leva. Raggiunse il porto di Saint Nazaire passando per la Stazione di Modane, raggiungendo così la lontana isola di Cuba per “riprendere nuovamente i lavori e per assodare vari affari rimasti irrisolti”.
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Nella foto è ritratto Ferrara Francesco Paolo Vincenzo, nato a Padula il 26 novembre 1884 da Angelo Ferrara e Paolina Rizzo.
Francesco Ferrara era un commerciante ed era sposato con Aurelia Brando. All’Havana aveva un regolare contratto di lavoro, datato 12 luglio 1928 e vistato dalla “Real Legazione d’Italia”, ma appena poteva faceva rientro temporaneamente in Italia per far visita ai parenti e per rivedere la moglie, rimasta a Padula. Francesco Ferrara richiese il visto per il passaporto nel dicembre 1929 e, come altri padulesi in quel periodo, si imbarcò in Francia dal porto di Saint Nazaire, dopo essere passato per la stazione di Modane.
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Nella foto è ritratto Mugno Lorenzo, nato il 21 novembre 1875 da Francesco Mugno e Russo Maria Felicia.
Era un commerciante e anche lui, come altri padulesi, partì per l’Havana verso la fine degli anni ’20 del 1900. Nel momento di richiedere il nulla osta per emigrare nelle Americhe (il 27 dicembre 1929), Lorenzo Mugno dichiarò che <> e mostrò a tal riguardo <>. Il suo viaggio ebbe inizio dal porto di Napoli con destinazione New York, per poi sbarcare all’Havana con un’altra nave. A Padula lasciò la moglie, Lidia Brando, ed il figlio Francesco.
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Nella foto è ritratto Tepedino Antonio, nato il 12 novembre 1900 da Michele Tepedino e Mariangela Caggiano.
Antonio Tepedino era un commerciante padulese emigrato a Cuba. Richiese di nuovo il nulla osta per il passaporto nel mese di febbraio 1929. Il suo viaggio ebbe inizio dal porto di Napoli con destinazione New York, per poi sbarcare all’Havana con un’altra nave.
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Nella foto è ritratto Vecchio Attilio, nato a Padula il 15 maggio 1900 da Michele Vecchio e Angelina Alliegro.
Attilio Vecchio era sposato con Rosina Bocco e, come tanti altri padulesi emigrati a Cuba, faceva il commerciante, precisamente il “merciaio”..Fece la richiesta per avere il nulla osta nel settembre del 1929 e partì poco tempo dopo lasciando la moglie a Padula.
L’emigrazione verso New York
Nella foto è ritirato Russo Michele, nato a Padula il 22 agosto 1857 da Giuseppe Russo e Arato Felicia.
Michele Russo era un <>, sposatisi a Padula con Adalgisa Volpe (figlia di Michele Volpe), che era emigrato a New York agli inizi del secolo durante il periodo della “grande emigrazione”. Negli anni in cui rimase in America riuscì ad acquistare alcuni immobili che, prima di rientrare in Italia, affidò ad una persona di sua fiducia per farli gestire. Michele richiese il nulla osta per partire di nuovo il 6 settembre 1929. Si recava a New York per poco tempo, giusto per vendere un “immobile urbano di sua proprietà”.
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